E’ lo sconforto la nota forte che a volte prevale nell’osservare questa Nazione umiliata, persa in se stessa , sconfitta nel senso piu’ profondo del termine e preda di una sorta di disperato vuoto interiore.
Italia che al contrario di altri , non ha scelto di svendere le proprie identita’ complessa in cambio di una elementare anima globale ma di assorbire il peggio di questa epoca atroce senza riuscire a mutare il suo provincialismo di fondo .
Insomma perdendo tutto, senza nulla ottenere in cambio.
E fanno bene in fondo a chiamarlo ‘’Paese’’ quando il termine Nazione per il quale ancora ci battiamo non puo’ essere credibilmente applicato ad una espressione geografica cosi’ integralmente venduta al nemico e per molto meno dei proverbiali trenta denari.
A volte, un quasi disintegrato senso di appartenenza, ci lancia come segugi alla ricerca di una giustificazione da stanare nelle pieghe della storia e allora la miseria e le rovine provocate semmai dal secondo conflitto mondiale , si trasformano in un alibi per quel mancato senso reattivo alla colonizzazione Nord Americana e dei suoi servi .
Poi ,per rigore storico se non intellettuale, abbiamo il dovere di rammentare la resistenza integrale del popolo vietnamita per esempio ben oltre la distorsione ideologica di fondo, I suoi ospedali sotterranei scavati con le unghie , le tipografie clandestine al lume delle lampade ad olio e quella resistenza cieca e fanatica che faceva amputare ai guerriglieri le braccia dei bambini vaccinati dal nemico.
Cuba , con la sua rivoluzione permanente, un embargo che dura da 51 anni, I pezzi di ricambio delle auto fabbricati in casa da un Tornio comunitario, la miseria senza umiliazione ma ncora una volta la fanatica determinazione a non vendere l’anima di un popolo in cambio di un cargo di Coca Cola.
E ancora la guerriglia secolare del crocevia Afgano e migliaia di uomini che accucciati su I talloni bevono acqua sporca e sbocconcellano un chapati semicrudo senza mai separarsi dal fucile d’assalto, per tutta la vita, contro un nemico di volta in volta piu’ potente e ricco.
Gli stessi che hanno sconfitto la furia di Mosca e continuano a combattere quella di Washington , come se il tempo non esistesse.
Italia che al contrario di altri , non ha scelto di svendere le proprie identita’ complessa in cambio di una elementare anima globale ma di assorbire il peggio di questa epoca atroce senza riuscire a mutare il suo provincialismo di fondo .
Insomma perdendo tutto, senza nulla ottenere in cambio.
E fanno bene in fondo a chiamarlo ‘’Paese’’ quando il termine Nazione per il quale ancora ci battiamo non puo’ essere credibilmente applicato ad una espressione geografica cosi’ integralmente venduta al nemico e per molto meno dei proverbiali trenta denari.
A volte, un quasi disintegrato senso di appartenenza, ci lancia come segugi alla ricerca di una giustificazione da stanare nelle pieghe della storia e allora la miseria e le rovine provocate semmai dal secondo conflitto mondiale , si trasformano in un alibi per quel mancato senso reattivo alla colonizzazione Nord Americana e dei suoi servi .
Poi ,per rigore storico se non intellettuale, abbiamo il dovere di rammentare la resistenza integrale del popolo vietnamita per esempio ben oltre la distorsione ideologica di fondo, I suoi ospedali sotterranei scavati con le unghie , le tipografie clandestine al lume delle lampade ad olio e quella resistenza cieca e fanatica che faceva amputare ai guerriglieri le braccia dei bambini vaccinati dal nemico.
Cuba , con la sua rivoluzione permanente, un embargo che dura da 51 anni, I pezzi di ricambio delle auto fabbricati in casa da un Tornio comunitario, la miseria senza umiliazione ma ncora una volta la fanatica determinazione a non vendere l’anima di un popolo in cambio di un cargo di Coca Cola.
E ancora la guerriglia secolare del crocevia Afgano e migliaia di uomini che accucciati su I talloni bevono acqua sporca e sbocconcellano un chapati semicrudo senza mai separarsi dal fucile d’assalto, per tutta la vita, contro un nemico di volta in volta piu’ potente e ricco.
Gli stessi che hanno sconfitto la furia di Mosca e continuano a combattere quella di Washington , come se il tempo non esistesse.
E’ invidia e ammirazione la nostra, per popoli primitivi gonfi di coraggio e di integrita’ con I quail dobbiamo confrontarci quando pensiamo non solo ai governanti che ci siamo scelti e cioe’ a quella massa parassitaria di deformi politicanti di mestiere , cosi’ privi di un minimo senso dello stato e in preda ad una costante foga predattrice, ma anche al nostro popolo, lo stesso che incapace di rivolta fosse anche nel senso piu’ elementare del termine , si dimostra inerte, incapace di un moto basilare di orgoglio , di rivendicazione, ridotto a bestia contusa da soma . Invaso da etnie ostili e opportuniste , privo di una qualsiasi certezza per il futuro dei propri figli, pronto ancora una volta ad eleggere I pornografi di domani , I ladri di sempre, a patto che la soffice ipnosi televisiva non abbia fine e nella diuturna certezza che un biglietto della lotteria muti il destino miserabile di schiavo nel fango.
E allora, lo sconforto al quale si accennava prima ma ancora una volta, come in qualsiasi anima rivoluzionaria ,la speranza che la grandezza del passato , la nostra capacita’ormai remota di costruire una civilizzazione e di difenderla , sia rimasta piantata da qualche parte nel nostro codice genetico e che un giorno, qualcuno ,dalla stanchezza e dalla disillusione, trovi la forza di costruire con noi una insormontabile barricata . Un limite preciso oltre il quale sia impensabile cedere fosse anche un solo passo.
E allora, lo sconforto al quale si accennava prima ma ancora una volta, come in qualsiasi anima rivoluzionaria ,la speranza che la grandezza del passato , la nostra capacita’ormai remota di costruire una civilizzazione e di difenderla , sia rimasta piantata da qualche parte nel nostro codice genetico e che un giorno, qualcuno ,dalla stanchezza e dalla disillusione, trovi la forza di costruire con noi una insormontabile barricata . Un limite preciso oltre il quale sia impensabile cedere fosse anche un solo passo.
Claudio Modola
Linea Ovest
Militante -CONFEDERATIO- COMUNITA' DI POPOLO
Noi temiamo che al peggio non ci sia mai fine..... Lo schema rivoluzionario muta con le circostanze ma e' il malessere che spinge le masse a seguire una avanguardia in genere, oppure il primo incantatore di serpenti che passa da quelle parti.
RispondiEliminaLa risposta della storia alle crisi assolute come quella che viviamo , e' sempre la guerra , malauguratamente.