A Charlottenburg,
Hannelore von Cnuba, di 17 anni, è violentata da un gruppo di soldati ubriachi
che poi le sparan tre colpi di rivoltella. Nei rifugi si violentan le donne, e
poi si spacca loro la testa contro le pareti. A Kreuzberg, soldati sovietici
violentano una vecchia di ottant’anni dopo averle riempito la bocca di burro
per soffocare le grida. Nella casa di Maternità di Dahlem, le suore e le
puerpere sono continuamente violentate da branchi sempre nuovi di soldati. Molte
donne si buttan dalla finestra. Molte si impiccano. I reverendi Josep Michake e
Alfons Matzer, padri gesuiti di Treptow, comprendono fino a che punto siano
arrivati i Russi quando ripescan nell’Havel una madre che si è affogata tenendo
i due figli e due borse di mattoni sotto le braccia. Anche le ragazze russe che
i Tedeschi han portato a Berlino come lavoratrici, e che a giudizio dei loro
connazionali si sono troppo “civilizzate”, non sfuggono alle violenze. A
Dahlem, la madre superiora è uccisa mentre tenta di difendere la cuoca ucraina
del convento.
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