"Noi, i
combattenti di ieri, di oggi e di domani, ci siamo trovati in un' epoca nella
quale tutto ciò in cui abbiamo creduto e per cui abbiamo visto morire un'
innumerevole massa di uomini, sembrava sprofondare in un mare di inutilità.
Quando ci riunivamo in vari posti ed attorno a varie personalità, ciò avveniva
sopratutto per l'intima convinzione della necessità di difesa. Non potevamo
rinunciare a ciò per il quale avevamo sacrificato
tutto. Dovevamo tener viva la nostra fede che tutto ciò che avveniva, aveva un
senso profondo e ineluttabile. La nostra prima decisione doveva essere quella
di restare fedeli alla tradizione e di dare rifugio, nei nostri cuori, alle
bandiere che non potevano più esporsi senza vergogna. Così dovevamo allora
sentire i migliori, e quindi i più decisi di ieri dovevano anche essere i più
decisi di domani, i reazionari del passato divenire i rivoluzionari del futuro.
Perché nel frattempo abbiamo appreso che il nostro compito è più grande e più
importante. La parola "tradizione" ha per noi assunto un nuovo
significato, noi in essa non vediamo più la forma compiuta bensì lo spirito
vitale ed eterno della cui formazione ogni generazione risponde solo a se
stessa. E noi siamo, e ciò lo sentiamo ogni giorno con rinnovata coscienza, noi
siamo una generazione nuova, una stirpe che attraverso le vampate e i colpi di
maglio della più grande guerra della storia si è indurita e trasformata nel suo
intimo. Mentre in tutti i partiti si sta completando il processo di
dissoluzione, noi pensiamo, sentiamo e viviamo già in una forma del tutto
diversa, e non vi è dubbio fin d'ora che aumentando la consapevolezza di noi
stessi, noi sapremo esternare questa forma. Per questo Noi ci sentiamo
Combattenti Eletti per un nuovo Stato".
Ernst Junger
(Introduzione alla presentazione del primo numero della rivista "Standarte")
Ernst Junger
(Introduzione alla presentazione del primo numero della rivista "Standarte")
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