domenica 7 agosto 2011

Il declassamento USA

Si legga tra le righe del declassamento USA. E' chiaro innanzi tutto che esiste una guerra interna tra Democratici e Repubblicani, dove questi ultimi accusano i primi di averli portati al declassamento per la prima volta nella loro storia.
Il che ci riguarda poco, perchè anche l'Italia è stata più volte declassata e non è successo niente, se non una escalation che mirava a consolidare un sistema marcio giustificando gabelle sempre più onerose a carico del popolo. Gli Stati Uniti hanno adottato la medesima strategia, sminuendo il problema asserendo trattarsi di un errore di Standard & Poor's circa 2 miliardi di dollari che non dovevano essere considerati, e insinuando il dubbio sull'attendibilità delle agenzie di rating.
Quello che ci interessa, però, è altro, ed è scritto tra le righe.
Come reagiranno gli americani, quando si renderanno conto che quel monolite, patria e dispensatrice della democrazia più evoluta del mondo, in realtà sta crollando, e che il peso di quel crollo sarà tutto a carico loro ?
La Cina, proprietaria di 3.000 dei 14.000 miliardi di dollari di cui gli USA sono debitori ha cominciato a battere cassa, e difficilmente si farà impressionare dalle ingerenze planetarie che il sistema sionista ha imposto con le sue lobbies, investendo in invasioni le cui risorse avrebbero presumibilmente salvato una economia traballante già da 30 anni, e che si sono rivelate invece un fallimento totale.
A nulla è valso fare leva sul patriottismo. Ora gli americani dovranno chiedersi come sia stato possibile che l'invasione dell'Iraq non abbia portato i benefici previsti, l'Afghanistan è una trappola senza via d'uscita, la Libia li sta logorando ai fianchi, e prima di loro Viet Nam, Cuba e Venezuela, per citare i più emblematici, hanno dimostrato di poter resistere e fare a meno delle lusinghe da colonia irrimediabilmente corrotta. Dovranno pur chiedersi a cosa è valso essere la nazione più potente del pianeta, quando saranno costretti ad un carico fiscale oltremodo oneroso, e il tutto per dimostrare al mondo una potenza che di fatto non esiste. Saranno ancora tutti concordi e favorevoli ad invasioni, tanto costose al contribuente, e solo perchè l'elettorato, dirottato dalle lobbies sioniste, ha deciso che qualunque fosse il presidente eletto avrebbe dovuto per prima cosa bonificare lo scacchiere arabo da minacce di chi ha largamente inteso quanto Israele sia coinvolto nelle decisioni strategiche degli ultimi 50 anni ?
Dubito che questo interessi il popolo americano, se viene intaccato nel benessere. E dubito che la Cina abbia voglia di concedere cambiali senza data.
Il declassamento degli Stati Uniti avrà irrimediabilmente conseguenze catastrofiche, e questo si rivela un fattore interessante anche per gli italiani. Perchè personaggi come Berlusconi con le sue querule vanterie da animatore turistico si è agganciato a un treno che si sperava portasse gli stessi millantati benefici, e non essendoci stati, ha di fatto trascinato l'Italia nello stesso baratro degli USA, in un effetto domino evidente ormai da 15 anni e che nell'immediato futuro si vedrà ancora di più. Presentarsi in Parlamento e asserire che il nostro è un paese solido basato su una sana economia è il massimo dello scollamento dalla realtà, e questo, a futura memoria, serva da lezione a quanti credono nel sistema partitocratico. Li stiamo aspettando tutti coi machete in mano quando dovranno assaltare i supermercati per procurarsi da vivere, gli stessi supermercati che, per dirottare il malessere su temi triti, ritriti e largamente smentiti, organizzano musei sulla Shoa.
Tutto questo in uno Stato Nazionalsocialista non sarebbe mai accaduto.

 Nello Minelli

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