martedì 29 novembre 2011

LA SAGGEZZA SUL ROGO

Cronologia sulle streghe di Milano
di Paolo Colussi
 
1147
Entra nel Decretum Gratiani prendendo il nome di "Canon Episcopi" il più antico testo contro le streghe. Attribuito tradizionalmento al Concilio di Ancira del 314 è stato compilato probabilmente nel IX secolo e compare in opere del X ed XI secolo.
1184
Conferenza a Verona tra Federico Barbarossa e papa Lucio III che stabilisce il legame tra chiesa e autorità civili per la repressione delle eresie. Le modalità repressive trovano poco dopo la loro codificazione nella decretale Ad abolendam.
1218
Secondo il Cathalogus chronologicus fidei questor Mediolani in quest'anno inizia a Milano l'attività del tribunale dell'Inquisizione.
1233
22 aprile
Breve di Gregorio IX che affida ai domenicani la giurisdizione sul Nord Italia per quanto riguarda i processi penali contro gli eretici, affiancandoli ai vescovi.
12 giugno
Bolla Vox in Rama di Gregorio IX nella quale per la prima volta vengono citate e condannate pratiche di stregoneria, relative alla Germania. Si parla di omaggio al demonio, profanazione dei sacramenti, balli, banchetti e orge sessuali, metamorfosi animali. Per una descrizione completa del sabba manca ancora la rinuncia a Dio e alla fede e soprattutto la modalità di raggiungimento in groppa ad animani o a cavallo di un bastone dopo essersi spalmato il corpo con un unguento.
1320
(data incerta) Bernardo Gui, nel suo Manuale dell'Inquisitore, cita al capitolo VI "sortilegi, divinazioni e invocazioni" facendo rientrare le pratiche di stregoneria nell'ambito dell'eresia.
1327
Bolla "Super illius specula" di papa Giovanni XXII con la quale viene conferita valità universale alle precedenti raccomandazioni indirizzate a chiese locali per la lotta alla stregoneria. Con questa bolla inizia ufficialmente la caccia alle streghe da parte della Chiesa, tramite l'Inquisizione.
1330
Tra il 1330 e il 1340 vengono celebrati numerosi processi per stregoneria nella Francia meridionale, nella zona di Toulouse e Carcassonne. In questi processi si parla per la prima volta di "sabba".
1332
Agli anni 1332-1342 risale il più antico documento processuale italiano relativo a un caso di stregoneria: il Consilium di Bartolo da Sassoferrato al vescovo di Novara (poi arcivescovo di Milano) Giovanni Visconti in merito ad una strega di Orta.
1375
28 luglio
Processo per stregoneria contro Gabrina degli Albeti nella città di Reggio Emilia, dal 1371 sotto la signoria di Bernabò Visconti. E' il più antico processo di questo tipo celebreto in Italia di cui ci restino i verbali.
Il nome "Gabrina" diventerà in seguito (Ariosto, Straparola e altri) sinonimo di strega.
1376
Il domenicano catalano Nicolas Eymerich scrive il Directorium inquisitorum.
1385
16 settembre
Sentenza e condanna da parte del podestà di Milano Carlo Geno di Gaspare Grassi da Valenza, accusato di essere "pubblico negromante, incantatore di demoni, uomo di eretica pravità e relapso nella abiurata eresia".
La condanna viene eseguita nel Broletto Nuovo davanti a una grandissima folla. E' la prima esecuzione capitale a Milano per questi reati della quale resti memoria.
1390
26 maggio
Processo e condanna al rogo di Sibillia Zanni per stregoneria da parte dell'inquisitore di Sant'Eustogio fra' Beltramino di Cernuscullo. Sibillia Zanni, come Pierina de' Bugatis, che verrà  condannata due mesi dopo, confessa di aver partecipato al "gioco di Diana, che chiamano  Erodiade". Le due donne affermano di aver chiamato Madama Horiente la signora del gioco. [ASCMi, Registro della sentenze criminali. Cimeli, 147, f.51rss]
 21 luglio
Processo di Pierina de' Bugatis in Sant'Eustorgio per stregoneria. La condanna sarà pronunciata il 13 agosto.
[ASCMi, Registro della sentenze criminali. Cimeli, 147, f.53 ss]
1416
Processi di massa contro le streghe nel comasco. L'inquisitore Antonio da Casale consegna, solo in quest'anno, ben 300 streghe al braccio secolare perché vengano bruciate.
1431
Iniziano i processi per stregoneria in val Leventina. Poco più tardi inizieranno numerosi processi anche in Valtellina. I processi si intensificano all'epoca di Francesco Sforza.
1437
(data incerta) Johann Nyder scrive il Formicarius (formicaio).
1460
Gerolamo Visconti, provinciale della provincia domenicana di Lombardia dal 1465 al 1478, anno della sua morte, scrive intorno a quest'anno i due trattati Lamiarum sive striarum opusculum e Opusculum de striis basati sui processi per stregoneria svoltisi in S. Eustorgio in quegli anni. Nei trattati si afferma con decisione che il gioco di Diana si verifica realmente e non è una semplice illusione. Sempre in questi anni in Francia Pierre Mamoris scrive il Flagellum maleficorum.
1470
Giordano da Bergamo scrive la Quaestio de strigis.
1471
30 gennaio
Galeazzo Maria Sforza assiste a Monza all'esecuzione di Caterina de Pilli detta Ruggiera da Bergamo. L'esecuzione, decretata il 30 agosto dell'anno precedente, era stata rinviata su richiesta del duca che era interessato ad assistere all'avvenimento.
1483
Negli anni 1483-85 numerosi processi contro le streghe vengono celebrati a Bormio, con grande risonanza in Europa.
1484
9 dicembre
Bolla "Summis desiderantes affectibus" di papa Innocenzo VIII con la quale il papa sollecita un'azione energica contro le streghe e si proclama convinto della realtà effettiva del sabba. Da questa bolla proviene il mandato ai domenicani tedeschi Sprenger e Istitoris di redigere il Malleus maleficarum (1486), il più autorevole manuale contro le streghe ad uso degli inquisitori.
1489
Il giurista svizzero Ulrich Molitor pubblica il De lamiis et phitonicis mulieribus nel quale si confuta il carattere reale dei voli e dei sabba. Il libro è corredato da sette famose xilografie che illustrano le azioni delle streghe.
1490
13 settembre
Viene bruciata in Broletto una Antonia da Pallanza come strega.
1496
24 ottobre
Giovanni da Beccaria informa Ludovico il Moro di aver trovato a Sondrio uno stregone di 80 anni (professionalmente molto accreditato!) che avrebbe potuto svelare al duca "qualche malignitade".
1499
Fernando de Rojas, ebreo convertito spagnolo, pubblica a Burgos la Tragicommedia di Calisto e Melibea, meglio nota come La Celestina. Questa commedia, ancora oggi famosa, ha come protagonista una strega.
1505
Samuele di Cassinis pubblica un opuscolo a Milano nel quale si nega la realtà degli atti di cui erano accusate le streghe. Gli risponde l'anno seguente il domenicano pavese Vincenzo Dodo difendendo il punto di vista degli inquisitori.
1510
In Valcamonica vengono giustiziate 60 streghe e numerosi stregoni.
1514
Nel territorio di Lugano e Mendrisio si verifica una grande caccia alle streghe, si parla di 300 donne arse sul rogo. E' un episodio famoso, spesso citato in seguito negli scritti contro l'Inquisizione, ma poco documentato.
1515
13 febbraio
Viene bruciata in S. Eustorgio una Giovannina (forse una strega).
1517
4 agosto
Si abbattono su Milano delle "tempeste terribili". Si forma subito la leggenda che quelle tempeste fossero state provocate da sette streghe bruciate nella stesso giorno a Orago e a Lomazzo. [Giovanni Andrea Prato, Storia di Milano]
1518
Numerosi processi e roghi di streghe in Valcamonica. Si parla con insistenza di sabba al Monte Tonale, che sarebbe stato il luogo di riunione preferito dalle streghe del Nord Italia in questi anni. A partire da quest'anno fino alla peste del 1524 i processi si susseguono molto numerosi in tutta la Lombardia. Celebre il caso di Benvegnuda detta la Pincinella di Nave (Brescia) anche perché si sono conservati gli atti del processo, riportati nei Diarii di Marin Sanudo il Giovane.
1519
24 luglio
Viene bruciata in S. Eustorgio una Simona Ostera di Porta Comasina.
1523
Dopo aver assistito ad alcuni processi per stregoneria tenuti a Bologna, Giovan Francesco Pico della Mirandola scrive il dialogo "Strix, sive de Ludificazione Daemonum" nel quale viene sostenuta la tesi dell'esistenza dei poteri reali delle streghe.
1536
Paolo Grillando pubblica il Tractatus de hereticis et sortilegiis citando numerosi casi di stregoneria tra cui alcuni relativi al noce di Benevento. Il trattato, molto citato in seguito, venne perà anche criticato da molti intellettuali dei Rinascimento come Andrea Cesalpino, Gerolamo Cardano e Giovan Battista Della Porta.
1542
22 maggio
Bolla di convocazione del Concilio di Trento.
21 luglio
Con la bolla Licet ab initio, il papa Paolo III riforma l'Inquisizione romana, dandole un assetto più centralizzato e più efficiente, sul modello dell'Inquisizione spagnola.
21 ottobre
Viene bruciata in S. Eustorgio Lucia da Lissono.
1550
Gerolamo Cardano pubblica il De subtilitate. Nel libro XVIII, de mirabilibus, a p. 909 dell'edizione del 1611, parla delle carenze di almentazione che provocano disturbi mentali nelle donne accusate di stregoneria e descrive le sostanze con le quali vengono composti gli unguenti.
1558
17 aprile
Papa Paolo IV rende definitivo il trasferimento del tribunale dell'Inquisizione di Milano da S. Eustorgio a S. Maria delle Grazie, già avvenuto di fatto da alcuni anni.
1563
Filippo II decide di introdurre l'Inquisizione spagnola nello Stato di Milano. Di fronte alle vivaci proteste della città e del nuovo arcivescovo Carlo Borromeo deve però recedere dalla sua decisione.
7 dicembre
Carlo Borromeo viene consacrato arcivescovo di Milano.
1568
Carlo Borromeo chiede la cattura a Dumezia (Luino) di Domenica di Scappi, detta la Gioggia, "denontiata al offitio della sanctissima Inquisitione per stria notoria".
Nel corso del primo Concilio Provinciale indetto da Carlo Borromeo viene approvato il decreto De magicis artibus, veneficiis divinationibusque prohibitis.
1569
Processo a Lecco contro otto streghe. Contrasti tra il Borromeo, che insiste per la condanna, e il Senato milanese.
1579
Il medico Johann Wier, discepolo di Agrippa, scrive il De lamiis, un trattato che considera le streghe "vecchie melanconiche non padrone dei propri sensi, e a causa dei loro cervelli sconvolti credono di fare cose impossibili". Il  testo venne violentemente attaccato da Jean Bodin nella sua Démonomanie des sorciers (1580).
1583
Visita pastorale del Borromeo in val Mesolcina. Al seguito della visita vengono arrestate 150 persone per stregoneria. Di queste, 11 vengono condannate al rogo: il prevosto e dieci donne.
1593
Martino Del Rio pubblica le Disquisitionum magicarum libri, l'ultimo grande manuale per gli inquisitori.
1595
Nicolas Rémy (Remigius) pubblica la Daemonolatria. L'autore era soprattutto noto come giudice: in 15 anni, dal 1576 al 1591 aveva condannato a morte per stregoneria in Lorena circa 900 persone.
11 giugno
Federico Borromeo viene consacrato arcivescovo di Milano. Entra in Milano il 27 agosto.
1598
La città di Milano pensa di istituire un carcere apposito per le streghe nella Torre dell'Imperatore nell'attuale via Santa Croce. Tra il 1598 e il 1600 vengono versate a questo scopo le prime 3252 lire nel Banco di Sant'Ambrogio. Tra i promotori dell'iniziativa il cardinale Federico Borromeo.
1599
22 dicembre
Viene bruciata come strega in Ponte Vetero Marta de Lomazzi.
1601
1 aprile
Fra' Agostino Galamini da Bresighella, inquisitore generale, emana l'Editto generale per il Santo Officio dell'Inquisizione di Milano. In questo editto, che impone la denuncia (non anonima però!) di eretici e giudei, descrive in questo mode le pratiche di necromanzia: "far sacrificio al Demonio, o giurare fedeltà, o essercitare incanti, magie, maleficii, stregherie, sortilegii, et altre attioni simili, o pur tentare rimedii, o medicamenti diabolici, con segni o parole inconite, o portando sopra di se anelli, o altre cose, ...".
1603
10 giugno
Vengono bruciate come streghe alla Vetra Isabella Arienti, detta la Fabene, e Gabbana la Montina. Si suppone che in questo periodo ci siano state  a Milano altre esecuzioni non registrate nei documenti.
1608
Fra' Francesco Maria Guaccio, dell'ordine di S. Ambrogio ad Nemus, pubblica a Milano il Compendio delle stregonerie (Compendium maleficarum) corredato da numerose incisioni.
giugno
Epico scontro con il Demonio di Federico Borromeo a Claro, presso Poleggio, luogo prediletto dalle streghe per il loro raduni. Il Borromeo vi pianta una croce e intima ai diavoli di non congregarsi più in quel luogo. I diavoli si vendicheranno nell'agosto 1613 assalendo il Cardinale sul monte Piottino con una terribile tempesta.
1611
21 giugno
Viene bruciata alla Vetra Doralice de' Volpi.
25 giugno
Viene bruciata alla Vetra Antonia de' Santini
29 giugno
Il governatore di Milano Juan de Velasco invia una lettera a Francesco de Castro, ambasciatore della Spagna presso il Papa, dove lamenta l'inerzia dell'Inquisizione contro le streghe e descrive la gravissima situazione di Milano infestata da streghe e malefiche.
13 luglio
Lettera del governatore Velasco ai magistrati cittadini per raccomandare l'acquisto della Torre dell'Imperatore, al fine di istituire un carcere per le streghe.
1617
4 marzo
Al termine di una famoso processo durato alcuni mesi, viene bruciata alla Vetra come strega la fantesca pavese Caterina de Medici, accusata di aver tentato di avvelenare il suo padrone, il senatore Luigi Melzi.
Per l'occasione viene costruita per la prima volta una Baltresca, un palco per l'esecuzione, che consentiva alla grande folla dei presenti di assistere allo strangolamento che precedeva il rogo.
1620
9 maggio
Viene bruciato alla Vetra come stregone Giacomo Guglielmotto.
10 giugno
Vengono bruciate come streghe alla Vetra Angela dell'Acqua e Maria de' Restelli.
7 agosto
Il Consiglio di Provvisione di Milano decide di destinare alla "rifettione delle chiese parrochiali di questa Città" le 3252 lire accantonate per il carcere delle streghe. L'iniziativa viene così abbandonata.
1623
20 marzo
Bolla Onnipotentis Dei che segna una svolta nell'atteggiamento della Chiesa nei confronti delle streghe. In questo, come in altri documenti contemporanei, si condannano i processi sommari o basati su indizi minimi e si raccomanda di condannare solo coloro che si sono resi colpevoli di venefici e altri reati contro le persone. Le esecuzioni comunque continueranno ancora per più di un ventennio.
1630
1 agosto
Vengono giustiziati come untori in piazza Vetra Gian Giacomo Mora e il Piazza. Viene innalzata la Colonna infame al posto dov'era la casa del Mora.
1631
Il gesuita tedesco Friedrich Spee pubblica la Cautio criminalis sostenendo l'innocenza delle streghe e propugnando la fine delle persecuzioni, che vennero notevolmente attenuate nel territorio dell'Elettore di Magonza.
1634
Processo in Francia contro Urbain Grandier e le Orsoline del convento di Loudun. Questo processo, uno degli ultimi celebrati in Francia, è stato reso famoso nel nostro secolo dal saggio di Aldous Huxley, I diavoli di Loudun.
1641
12 novembre
Vengono bruciate alla Vetra come streghe Anna Maria Pamolea, padrona, e Margarita Martignona, sua serva. Sono le ultime due streghe condannate a Milano. I processi per stregoneria continueranno ancora per ottant'anni nelle valli alpine, fino al 1721.
1680
30 luglio
Viene strangolato e bruciato in piazza Santo Stefano Maggiore Carlo Maurizio Anna, per reati di competenza civile.
Era anche accusato di "infami scritti, sortilegi, Magici, Diabolici qualificati che teneva, e respettivamente praticava".
1692
Nella cittadina di Salem, nella Nuova Inghilterra, si scatena l'ultima grande caccia alle streghe nella quale sono coinvolti emigrati protestanti inglesi e olandesi, pellirosse e schiavi negri. Si conclude con la condanna a morte di 19 persone.
La vicenda è stata raccontata da Arthur Miller nel dramma Il crogiuolo all'epoca del maccartismo  (1952-53).
1749
Si apre tra dotti una polemica sull'esistenza della streghe. Emerge per la prima volta ufficialmente con il libro di Girolamo Tartarotti "Congresso notturno delle Lammie" e con gli scritti di Scipione Maffei la posizione illuminista che considera il fenomeno una credenza fantastica, opera di "cervelli pazzi e teste strambe".
1788
giugno
Tra giugno e agosto vengono bruciati nel chiostro di S. Maria delle Grazie, per volere dell'imperatore Giuseppe II, tutti i documenti relativi all'Inquisizione di Milano, che coprivano il periodo 1314-1764.

mercoledì 9 novembre 2011

IN NOME DI DIO E DEL SERBATOIO PIENO. DINAMICA DI UN CONFLITTO GLOBALE

Mentre i quotidiani dello stato sionista riportavano ancora le dichiarazioni di Shimon Peres sull’ormai prossimo scatenarsi di un intervento aereo contro l’Iran, il Guardian forniva una versione completamente diversa.
Secondo il tabloid di Londra Barak Obama avrebbe emesso un ordine esecutivo per un attacco aereo-navale contro gli ayatollah, sollecitando la Gran Bretagna a fare altrettanto, convinto che Londra riuscirà a tirarsi dietro l’intera l’Alleanza Atlantica anche di fronte alle perplessità da parte di qualche Paese membro, in particolare di Francia e Italia.
Il giorno 8 il ministro della difesa Ehud Barak ha tuttavia smentito platealmente il vecchio arnese dell’Internazionale Socialista Peres tutto culo e camicia con l’“interventista” Napolitano.
Il ministro della Difesa francese Alain Juppè, nel frattempo, nonostante le critiche personalmente espresse dal presidente Sarkozy al presidente Obama sulla fuga in avanti israeliana, ha suggerito ai partners europei di varare sanzioni economiche e diplomatiche ancora più dure contro l’Iran con la scusa di “stroncare le velleità nucleari” di Teheran.
“I motori dei jets con la stella di david sono accesi” aveva subito scritto il 7 novembre Fabio Sciuto de “La Repubblica”, dopo che il 6 se n’era occupato Daniele Mastrogiacomo raccontando le solite balle contro Teheran.
A Vienna – scriveva - l’ AIEA farà uscire il 9 di questo mese le prove dell’ormai raggiunto obbiettivo dall’ Iran di dotarsi di armamento atomico. Un dossier destinato a rivelarsi nei contenuti, una patacca priva di qualsiasi prova sull’esistenza di una “pistola fumante”.
Sul quotidiano della Finegil di De Benedetti compariva a corredo dell’articolo un terzo di pagina 18 con cartine sulle (impossibili) direttrici di attacco dei jets di “Israele” con sorvoli di Paesi come Giordania, Arabia Saudita, Quwait o Iraq a sud e Siria e Turchia a nord, collage finalizzato a disinformare i lettori, a far obliare l’armamento atomico di “Israele” (che è invece “reale” e non certo ipotetico) e a omettere dalle forze in campo il potenziale militare della Siria di Bashar al Assad per l’alleanza sottoscritta con Iran.

Siria.
Deliberatamente ignorate
le potenzialità del
suo dispositivo militare

Già, la Siria: uno Stato nazionale arabo che la propaganda in circolazione nella Repubblica delle Banane cerca da mesi di far apparire debole, facilmente aggredibile dall’esterno, oltre che scosso da una violenta ondata di proteste sociali e confessionali. In verità uno Stato che possiede forze di sicurezza, militari e armamenti di alto livello tecnologico in quantità adeguate a far fronte a potenziali nemici esterni e un ampio sostegno popolare, non ultimo quello degli oltre 500.00o rifugiati palestinesi che si riconoscono nelle posizioni di Khaled Mischal e dei capi della diaspora palestinese contraria ad ogni trattativa con “Israele”.
Per la prima volta dal 1967 la Siria è infatti in grado di reggere, da sola, un confronto con lo stato sionista e colpire in profondità obbiettivi militari sull’intero territorio della Palestina occupata.
Particolare di non poco conto regolarmente omesso da giornalisti, esperti ed analisti italioti a libro paga di maggioranza e “opposizione” (e più spesso di quanto si possa immaginare della Nato…) che porterebbe in superficie un sostanziale riequilibrio di equipaggiamento militare convenzionale con lo stato sionista, a terra e sul mare, con il grosso vantaggio di predisposizione al combattimento. La stessa persistente superiorità aerea di “Israele” ormai peraltro controbilanciata da un sistema di difesa terra-aria che ha fatto passi da gigante anche grazie all’adozione di nuovissime batterie missili di fornitura russa. Pantsyr S 1, Sa 12 o S 300V-Giant, Thor M 1-2, Buk M 2, Sa 3 Goa e S 125 (upgrade ) Pechora.
Affermazioni, le nostre, che mi rendo conto possano apparire forzate a chi non ha confidenza con la materia. Ci sarà modo di specificare via, via, le caratteristiche tecnico-militari della difesa aerea e anticruise, terrestre e antinave di Damasco che va ad inquadrarsi in un assetto del Vicino Oriente in cui l’isolamento geopolitico dello stato sionista è ormai pressoché totale.
La recente fonitura di 176 Yakhont terra mare e aria-mare con Su 27 mette in condizioni la Siria di poter infliggere perdite pesantissime a qualunque formazione navale dell’ Occidente in un raggio di 300 km, seppur dotate di sistema radar Aegis.
Tornando all’Aiea, il documento presentato dal giapponese Yukìa Amano ometterà, è scontato, di fornire prove certe e definitive da esibire alla cosiddetta “comunità internazionale” sul programma atomico - per uso civile e non militare… - di Teheran.
Il testo presentato alla stampa dal capo dell’Agenzia dell’ Onu si presterà soltanto a dare fiato alle trombe della demonizzazione di Teheran e a rimettere in moto al Consiglio di Sicurezza le iniziative di Usa, Francia, Gran Bretagna, Germania e Italia per ottenere un altro giro di “sanzioni” contro l’ Iran finalizzate ad indebolire ulteriormente i suoi equilibri finanziari e commerciali che nelle intenzioni dell’Amministrazione Obama e dei suoi alleati potrebbero generare la destabilizzazione degli equilibri sociali dell’ Iran e un ricambio ai vertici di comando del Paese.
La stessa tattica che Usa ed Europa stanno sviluppando contro la Siria al di fuori e al di sopra delle eventuali risoluzioni di un Consiglio di Sicurezza dell’ Onu dove potrebbe mancare il veto di Russia e Cina (il recente ingresso di Mosca nel Wto dopo il via libera accordatole dalla Georgia (!) lascia un ampio margine di dubbio sulla continuità della posizione di Mosca a difesa di Damasco). La stessa Pechino verrà allettata dal Dipartimento di Stato con la promessa della fine dell’influenza Usa nel Tibet e a Formosa.
C’è solo da augurarsi che la sete energetica dell’ Occidente sia stata già soddisfatta dal via libera del rappresentante di Medvedev, Margelov a Usa e Nato con l’aggressione alla Jamahirya libica. Posizione che ha messo in grosse difficoltà, anche politiche, la Russia nell’intero Vicino Oriente ma ha favorito Gazprom di cui l’inquilino del Cremlino, fino a marzo 2012, è ex ceo.

L’Occidente minaccia l’Iran
e Israele si candida al ponte di comando

Andata a monte la bufala dei due narcos messicani in contatto con i pasdaran per uccidere a Washington l’ambasciatore saudita, una storiella-pretesto finita dove doveva finire, ad organizzare un’altra flagrante provocazione ci penserà dal Palazzo di Vetro l’ allineatissima (all’Aipac) negro-afro-americana Susan Rice.
Il presidente di “Israele” avrebbe inoltre rilasciato al quotidiano HaYom - dopo averlo fatto 24 ore prima con Haaretz - che i tempi per l’opzione diplomatica della “comunità internazionale” sono ormai agli sgoccioli e non rimane che il ricorso alla forza per fermare l’ Iran definito una “minaccia incombente contro il mondo libero”.
Favorevoli al semaforo verde contro Teheran sarebbero Netanyahu e Lieberman, contrari altri componenti del “gabinetto”. I due si sentono già, infatti, i piloti – come affermato dall’embedded Sciuto – di una delle azioni più audaci dell’intera storia di “Israele”.
Audace? Propendiamo, se s’avesse a fare, per l’idea di una missione suicida, senza ritorno, un secondo dopo aver superato il confine delle acque territoriali dell’ Iran. Anche ammesso e non concesso che i piloti della Hel Ha’avir possano “confondere” le riprese satellitari fin dal momento del rullaggio nelle basi del Neghev, eludere la tracciatura in volo dei radar degli Stati sorvolati senza un briciolo di profilo stealth, superare il contrasto della caccia dei Paesi sorvolati, con degli F 15 I e F 16 I (sufa) costretti a navigare a quote e velocità ridotte di crociera dal peso dei serbatoi supplementari e dal carico bellico per evitare un eccessivo consumo di carburante. Fattore che peraltro, accresce inesorabilmente lo stress psicofisico per superare distanze varianti 1.500 ai 1.750 km.
Condizioni che rendono totalmente impossibile (beninteso, ove mancasse il coinvolgimento degli Usa) sia i rifornimenti aerei che l’’intelligence necessaria ad arrivare in prossimità delle acque territoriali dell’Iran prima di essere identificati e quindi completamenti distrutti in volo.
Chissà se a Gerusalemme sanno che da qui in poi sulle rotte lineari o curve di avvicinamento della Hell Ha’Avir ai presunti target nucleari ci sono centinaia di missili antiaerei che aspettano di fare un bel boccone di 20-25 F 15 e 100 F 16. Bombardieri di David che, peraltro, dovrebbero vedersela prima con almeno 3-4 decine di potenti cacciabombardieri F 14 che gli scaricherebbero contro 180-240 micidiali Aim 54 Phoenix volando a 200 km di distanza all’interno del territorio iraniano. Senza contare i Mig 29, Mig 31, F 1 e F 4, capaci di indirizzare altrettanto devastanti Sparrow verso i velivoli aggressori.
A Teheran un attacco di Tel Aviv fa ridere di gusto Ahmadinejad e il suo Stato Maggiore compreso i Pasdaran che hanno l’intero massiccio dispositivo missilistico strategico dell’ Iran puntato sia su “Israele” che su tutte le basi Usa negli Emirati e nelle Monarchie del Golfo Persico. Quando fosse anche solo tentato, ha affermato, andandoci giù duro, Ali’ Khamenei, “Israele” otterrebbe come unico risultato una risposta capace di portare alla scomparsa dello stato sionista.
Ecco perché è dal 2001 che in Occidente di “guerra all’Iran” se ne parla e riparla senza che poi succeda mai un bel fico secco.
All’ intera aviazione con la stella di Davide nel 2006 ci sono voluti due interi mesi per creare dei problemi, anche seri, alle infrastrutture di un Libano totalmente privo di contraerea, decollando e atterrando da aeroporti a 150 km dalla linea blu tracciata in prossimità dei confini sud del Libano.
Parole al vento quelle del capo supremo iraniano?

Il precedente: dove è finito
Parte dell’arsenale
nucleare exUrss?

Chi conosce cosa sia realmente successo nei mesi e negli anni immediatamente successivi all’implosione della C.S.S.I. con Eltsin al Cremlino, sa perfettamente che l’ ex Unione Sovietica manteneva nel solo territorio del Kazakistan, un paese vasto quanto l’intera Europa, più di 420 testate atomiche (A) e termonucleari (H), in Ucraina oltre 350, in Bielorussia 130-150. Compreso l’incerto il destino di decine di “valigette atomiche”.
La contabilità di ritorno in Russia ha lasciato molto a desiderare anche perché la messa in sicurezza di uranio e plutonio è un procedimento tecnicamente complesso e costosissimo per ottenere un smaltimento efficace con il minimo rischio ambientale.
La Russia in piena crisi politica e finanziaria chiuse un occhio sulle “restituzioni” affidando la parziale distruzione sia dei vettori di lancio che delle cariche nucleari agli stessi Paesi dell’ex Unione Sovietica che le detenevano in bunker.
Al Pentagono scattò l’allarme rosso sul “rischio proliferazione” (passaggio sia di tecnologia militare che di materiale nucleare a Stati vicini).
A Washington non si trovò di meglio che addossare la responsabilità della “porosità dei confini di Stato” al Gru (il servizio segreto militare russo), un’organizzazione notoriamente ostile al “nuovo corso” imboccato dall’ubriaco fradicio del Cremlino e a Usa e Nato.
Leonid Kucma, primo ministro dell’Ucraina dall’ottobre 1992 al settembre 1993, poi eletto presidente dal 1994, nel 2005 venne accusato da Grigory Omelchenko, ex capo della commissione antimafia del parlamento di Kiev di aver favorito i contatti tra l’ SBU ( polizia segreta) e il Gru per il trasporto in Iran di cruise missile Kh 55 da 3.000 km di gittata e un errore a bersaglio di 20 metri dotati (ciascuno) di una carica termonucleare miniaturizzata da 200 kt, circa 22 volte più potente della “Little Boy” sganciata su Hiroshima. Dei 18 Kh 55 dodici sarebbero rimasti in Iran e sei avrebbero preso il volo da Teheran per la Cina.
Non sarebbe stato l’unico materiale di decisiva importanza strategica contrabbandato da Kiev nel Paese degli ayatollah. Il caso dell’ Esm Kolcugha rimane emblematico.
Ad elencarlo per intero la faremmo piuttosto lunga. Accenneremo solo a qualche “pezzo” di quelli più temuti dalla controparte euro-atlantica.
A quanto si sostiene, sia la Bielorussia, sia l’Ucraina avrebbero fornito all’ Iran un numero imprecisato di micidiali missili antiaerei e antimissile S 300 pm 1-2 da 75 a 200 km di portata compreso i radar di scoperta e di tiro che Teheran ha mostrato agli ambasciatori e agli addetti militari accreditati a Teheran in canestri di elevazione di 4 nella parata del 2010-2011 montati su trasporti gommati pesanti.

L’Iran, prima potenza
militare del Vicino oriente

L’Iran progredisce (autonomamente?) con una sorprendente capacità tecnologica in tutti i settori della difesa terrestre, aerea e navale tanto da essere accreditata come prima potenza in materiale bellico convenzionale dell’intero Vicino Oriente anche perché possiede e può dispiegare un complesso di più di 1.000.000 di uomini sotto costante addestramento militare escluse (!) le 31 divisioni di pasdaran, una per provincia.
Dopo il rifiuto del presidente Medvedev nel 2010 di dare attuazione al contratto di vendita stipulato con Teheran nel 2007 con Putin per la fornitura di S 300 su pressione di Stati Uniti ed Israele, l’Iran si è permesso di definire ampiamente superato questo sofisticatissimo sistema antiaereo-antimissile che ancora oggi costituisce l’ossatura di difesa dei cieli della Russia con la messa a punto del “Bavar 373”.
Un missile a lungo raggio anche con elevate capacità antiaeree, antimissile e anticrociera capace di interdire, a produzione avviata su larga scala, lo spazio aereo dell’ Iran a qualsiasi formazione di cacciabombardieri e bombardieri, anche stealth, degli stessi Stati Uniti d’America.
Si può affermare con altrettanta sicurezza che in caso di guerra l’ Iran sarebbe in condizione di annientare qualsiasi gruppo navale nemico che intendesse entrare nelle sue acque territoriali nel Golfo Persico dallo Stretto di Ormuz.
La strategia dell’ Iran prevede di restituire agli Usa un danno militare pari a quello eventualmente sofferto anche se rimangono forti incertezze su come si valuti e su quale terreno possa materializzarsi.
Si consiglia caldamente a Usa, Nato e “Israele” di lasciare le cose al punto in cui stanno. Di non innescare la miccia di una catastrofe nucleare mondiale.