martedì 5 aprile 2011

CIVILTA' PERDUTA

E’ lo sconforto la nota forte che a volte prevale nell’osservare questa Nazione umiliata, persa in se stessa , sconfitta nel senso piu’ profondo del termine e preda di una sorta di disperato vuoto interiore.
Italia che al contrario di altri , non ha scelto di svendere le proprie identita’ complessa in cambio di una elementare anima globale ma di assorbire il peggio di questa epoca atroce senza riuscire a mutare il suo provincialismo di fondo .
Insomma perdendo tutto, senza nulla ottenere in cambio.
E fanno bene in fondo a chiamarlo ‘’Paese’’ quando il termine Nazione per il quale ancora ci battiamo non puo’ essere credibilmente applicato ad una espressione geografica cosi’ integralmente venduta al nemico e per molto meno dei proverbiali trenta denari.
A volte, un quasi disintegrato senso di appartenenza, ci lancia come segugi alla ricerca di una giustificazione da stanare nelle pieghe della storia e allora la miseria e le rovine provocate semmai dal secondo conflitto mondiale , si trasformano in un alibi per quel mancato senso reattivo alla colonizzazione Nord Americana e dei suoi servi .
Poi ,per rigore storico se non intellettuale, abbiamo il dovere di rammentare la resistenza integrale del popolo vietnamita per esempio ben oltre la distorsione ideologica di fondo, I suoi ospedali sotterranei scavati con le unghie , le tipografie clandestine al lume delle lampade ad olio e quella resistenza cieca e fanatica che faceva amputare ai guerriglieri le braccia dei bambini vaccinati dal nemico.
Cuba , con la sua rivoluzione permanente, un embargo che dura da 51 anni, I pezzi di ricambio delle auto fabbricati in casa da un Tornio comunitario, la miseria senza umiliazione ma ncora una volta la fanatica determinazione a non vendere l’anima di un popolo in cambio di un cargo di Coca Cola.
E ancora la guerriglia secolare del crocevia Afgano e migliaia di uomini che accucciati su I talloni bevono acqua sporca e sbocconcellano un chapati semicrudo senza mai separarsi dal fucile d’assalto, per tutta la vita, contro un nemico di volta in volta piu’ potente e ricco.
Gli stessi che hanno sconfitto la furia di Mosca e continuano a combattere quella di Washington , come se il tempo non esistesse.
E’ invidia e ammirazione la nostra, per popoli primitivi gonfi di coraggio e di integrita’ con I quail dobbiamo confrontarci quando pensiamo non solo ai governanti che ci siamo scelti e cioe’ a quella massa parassitaria di deformi politicanti di mestiere , cosi’ privi di un minimo senso dello stato e in preda ad una costante foga predattrice, ma anche al nostro popolo, lo stesso che incapace di rivolta fosse anche nel senso piu’ elementare del termine , si dimostra inerte, incapace di un moto basilare di orgoglio , di rivendicazione, ridotto a bestia contusa da soma . Invaso da etnie ostili e opportuniste , privo di una qualsiasi certezza per il futuro dei propri figli, pronto ancora una volta ad eleggere I pornografi di domani , I ladri di sempre, a patto che la soffice ipnosi televisiva non abbia fine e nella diuturna certezza che un biglietto della lotteria muti il destino miserabile di schiavo nel fango.
E allora, lo sconforto al quale si accennava prima ma ancora una volta, come in qualsiasi anima rivoluzionaria ,la speranza che la grandezza del passato , la nostra capacita’ormai remota di costruire una civilizzazione e di difenderla , sia rimasta piantata da qualche parte nel nostro codice genetico e che un giorno, qualcuno ,dalla stanchezza e dalla disillusione, trovi la forza di costruire con noi una insormontabile barricata . Un limite preciso oltre il quale sia impensabile cedere fosse anche un solo passo.
 
Claudio Modola
Linea Ovest
Militante -CONFEDERATIO- COMUNITA' DI POPOLO

2 commenti:

  1. pensiero condivisibile in toto.
    Spero solo che gli Italiani, non trovino la forza solo quando davvero, dico davvero, verrà tolto anche il piccolo pezzo di pane di bocca.
    Li vedo tutti molto litigiosi, pronti alla lotta sì, ma più fra loro stessi che non per seguire una giusta causa.
    Parliamo di "un giorno", ma forse il giorno sarebbe già arrivato, manca la volontà (?) , questo malgoverno in qualche modo continua ad accontentare i più (?) ... cos'altro dovrà succedere per svegliare le coscienze?

    RispondiElimina
  2. Noi temiamo che al peggio non ci sia mai fine..... Lo schema rivoluzionario muta con le circostanze ma e' il malessere che spinge le masse a seguire una avanguardia in genere, oppure il primo incantatore di serpenti che passa da quelle parti.
    La risposta della storia alle crisi assolute come quella che viviamo , e' sempre la guerra , malauguratamente.

    RispondiElimina