sabato 10 settembre 2011

IN LIBIA, ORA.


Quando si parla di terrorismo si parla di ogni strumento ed azione che abbiano una funzione destabilizzante. La cosiddetta "coalizione" si è subito uniformata a questa logica, arrogandosi, tra le altre cose, anche la licenza di uccidere. La Risoluzione di intervento delle Nazioni Unite prevedeva, a protezione dei rivoltosi e probabilmente per compensare le impari forze in campo, una no-fly zone. Diventata poi la reiterazione di pianificati tentativi di omicidio di Gheddafi e della sua famiglia. Cioè terrorismo allo stato puro, favorito anche dall'invio di truppe di terra, armi ai sedicenti liberatori, riconoscimenti illegittimi internazionali, mezzi di propaganda attraverso media e non ultimi finanziamenti di denaro liquido appartenente a una Nazione che fino alle ingerenze straniere era una nazione sovrana che si prendeva cura dei suoi cittadini. Ovvero, terrorismo allo stato puro attraverso ingerenze inaudite. Il nugolo di accattoni che vediamo sparare in aria in segno di vittoria non sono ancora stati inquadrati adeguatamente. Non si sprecano proiettili, non si sprecano risorse, quando queste servono per i combattimenti futuri. Evidentemente non si rendono ancora conto che anche ammesso che l'occidente regali loro una vittoria, la vera battaglia sarà quella successiva, quando si renderanno conto che nella logica delle contropartite cercheranno di ritornare al benessere e all'indipendenza che in precedenza veniva loro garantito. Continuo a dubitare che un esercito così indisciplinato, malgrado il supporto specializzato, riuscirà a scalzare il cosiddetto "tiranno". Ma Gheddafi non si farà assassinare, e allora gli stessi andranno a cercarlo per essere nuovamente guidati. La spartizione del bottino da parte dei compagni di merenda non sarà cosa facile, malgrado gli accordi preventivi già assunti, e non è detto che con i problemi interni riescano a portare a termine l'omicidio prima che essi stessi non cerchino sottobanco una soluzione onorevole per tutte le parti, e soprattutto prima che le stesse rivolte vengano scatenate nei rispettivi territori.



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