domenica 3 giugno 2012

da "CONVERSAZIONI A TAVOLA DI HITLER"



"Ho totalmente perduto di vista le organizzazioni del Partito. Quando mi trovo in presenza di questa o quella di tali realizzazioni, mi dico: “Santo cielo, che sviluppo!”

Perciò non è giusto che, per esempio, mi si dica: “Solo grazie a voi,! mio Fuhrer, il Gauleiter Tale ha potuto fare quel che ha fatto”. No, dipende essenzialmente dagli uomini che sono all’opera. Me ne accorgo in questo momento a proposito dei problemi militari. Tutto dipende dagli uomini. Senza di loro non potrei far niente.

Oggi alcuni piccoli popoli dispongono di un maggior numero di uomini capaci che non l’Impero Britannico.

Quante volte ho sentito dire nel Partito che un dato posto doveva essere affidato a un altro. Disgraziatamente potevo rispondere soli questo: “Ma con chi dunque sostituirete il titolare?” Sono sempre disposto a sostituire un uomo insufficiente con un altro più qualificato. In effetti, nonostante i vincoli di fedeltà, ciò che in definitiva è decisivo è la qualità di chi assume delle responsabilità.

Una cosa è certa: che Streicher non è stato mai sostituito nonostante tutte le sue debolezze, è un uomo che ha del temperamento. Se vogliamo dire la verità, dobbiamo riconoscere che senza Julius Streicheir Norimberga non sarebbe stata conquistata al nazionalsocialismo. Egli si è messo a mia disposizione in un tempo in cui altri esitavano a farlo, e ha conquistato interamente la città dei nostri congressi. Questo è un merito indimenticabile.

Più di una volta Dietrich Eckart mi ha detto che Streicher era un maestro di scuola e che inoltre era pazzo da parecchi punti di vista. Ma aggiungeva che non si può volere il trionfo del nazionalsocialismo senza avallare uno Streicher. Nonostante tutto. Eckart gli voleva molto bene.

A Streicher si rimprovera lo Sturmer. Contrariamente a quanto si afferma, egli ha idealizzato l’Ebreo. L’Ebreo è molto più ignobile, più feroce, più diabolico di quanto non lo abbia dipinto Streicher.

Non è un delitto parlare pubblicamente degli affari di Stato, perché lo Staio ha bisogno dell’approvazione del popolo. Certo, ci sono dei casi nei quali è inopportuno parlare di certe cose. Chi se ne rende colpevole commette generalmente soltanto una colpa contro la disciplina.

Una volta Frick mi ha detto che Streicher era completamente svalorizzato a Norimberga. Sono andato a Norimberga per tentare di farmi un’opinione. Streicher entra nella sala: è un uragano di entusiasmo!

Ho assistito una volta a un’assemblea di donne. Ciò avveniva a Norimberga, e mi avevano avvertito che Elsbeth Zander era in contestazione molto seria con Streicher. Mi si chiedeva d’intervenire. La riunione aveva luogo al Velodromo d’Ercole. Un entusiasmo indescrivibile accolse Streicher. I più vecchi aderenti del Partito presero tutti la parola in favore di Streicher, e contro Elsbeth Zander. Non mi restava che ritirarmi.

Inutile dire che l’organizzazione del Gau era quanto mai imperfetta. Se prendo come criterio un funzionario dell’Amministrazione, il confronto non è certamente a vantaggio di Streicher. Ma devo ricordarmi che nel 1919 non è stato un funzionario che ha conquistato Norimberga per me.

Tutto sommato, sono stati proprio i Gauleiter a chiedermi di essere indulgente nei confronti di Streicher. Nel suo caso non c’è proporzione tra le colpe commesse e i meriti riconosciuti, che sono strepitosi.

Come sempre, bisogna chercher la femme!

Chi dunque sfugge alla critica? Io stesso, se oggi scomparissi, non ignoro che verrà un momento, forse tra cent’anni, che mi si attaccherà violentemente. La storia non farà eccezione in mio favore. Ma che importa? Bastano cent’anni di più perché tali ombre siano cancellate. Non me ne preoccupo, vado avanti. Il caso Streicher è una tragedia. All’origine del conflitto c’è l’odio che si giurano due donne.

Comunque, devo fare una constatazione, e cioè che Streicher è insostituibile. Il suo nome è uncinato nella memoria dei Norimberghesi. Non già che egli ritorni, ma devo rendergli giustizia. Se un giorno scriverò le mie memorie, dovrò riconoscere che quest’uomo ha lottato come un bufalo per la nostra causa. La conquista della Franconia è opera sua.

Mi rimorde la coscienza quando so di non essere stato perfettamente giusto nei confronti di qualcuno. A Norimberga vado sempre con un senso di amarezza. Non posso fare a meno di pensare che a paragone di tanti meriti le ragioni che hanno motivato la revoca di Streicher sono veramente esigue.

Tutto ciò che si dice della sua pretesa malattia è falso. Streicher ha avuto una sola malattia: il demone di mezzogiorno.

Sotto una forma o un’altra, bisognerà trovare una soluzione. Non considero la possibilità di tenere a Norimberga un congresso dal quale l’uomo che ha dato Norimberga al Partito venga tenuto lontano.

Posso mettere un mediocre al posto di Streicher. Egli amministrerà alla perfezione il Gau fin quando le condizioni saranno normali. Ma se sopraggiunge una catastrofe, il mediocre si liquefa!

Il miglior consiglio che posso dare ai miei successori è di essere leali in un caso come questo. La signora Streicher è fuori causa. La signora Liebel è una donna ambiziosa.

Probabilmente, nessuno di noi è perfettamente “normale”. Altrimenti passeremmo le giornate al Caffè del Commercio. I cattolici, i borghesi, mi hanno tutti tacciato di follia perché ai loro occhi l’uomo normale è quello che, ogni sera, vuota i suoi tre boccali di birra: “Perché si agita tanto? Ecco la prova che è pazzo!” Quanti di noi dalle proprie famiglie fummo considerati ragazzi perduti!

Se esamino le colpe che si rimproverano a Streicher. allora posso dirmi che nessun grand’uomo reggerebbe a questo vaglio. Richard Wagner è stato attaccato perché indossava dei pigiami di seta: “Prodigalità, lusso insensato, sconoscenza del valore del danaro. Quest’uomo è pazzo!” Quanto a me, bastava già che mi si potesse rimproverare di affidare del danaro a uno qualunque e senza esser sicuro che quel danaro fosse ben investito. Chi vuol uccidere il proprio cane, dice che ha la rabbia! Che mi si giudichi in tal modo, mi è del tutto indifferente. Ma avrei vergogna di adottare, per giudicare altri, simili criteri.

Tutte le sanzioni sono giustificate quando c’è una vera colpa: tradimento del Movimento, per esempio. Ma quando un uomo si è sbagliato in buona fede? Non si ha il diritto di fotografare un uomo sorpreso nell’intimità. È troppo facile ridicolizzare qualcuno. Che ciascuno si domandi che cosa farebbe se avesse la disgrazia di essere fotografato a sua insaputa in una situazione delicata. Le fotografie in questione sono state prese da una casa di fronte. Ecco dei procedimenti disgustosi, e io ho proibito l’utilizzazione di quelle fotografie.

Non è equo esigere da un uomo più che non possa dare. Streicher non ha le doti di un grande amministratore. Avrei affidato la direzione di un grande giornale a Dietrich Eckart? Dal punto di vista finanziario, vi sarebbe regnato un disordine spaventevole. Un giorno il giornale sarebbe uscito, l’indomani no. Se aveva un maiale da spartire, Eckart ne prometteva a destra e a sinistra e distribuiva almeno ottanta prosciutti. Questi uomini sono fatti così, ma senza di loro non si può intraprendere niente.

Neanche io ho le capacità di un grande amministratore, ma ho saputo circondarmi degli uomini che occorrevano.

Per esempio, Dietrich Eckart non avrebbe potuto dirigere l’Istituto Nazionale delle Arti e delle Lettere. Il che non impedisce che i suoi meriti siano insuperabili. Sarebbe come pretendere che io mi dedicassi all’agricoltura. Ne sono assolutamente incapace. Un giorno ho avuto tra le mani un mucchio di lettere di Severing. Se le avessimo pubblicate, egli sarebbe stato annientato. Erano effusioni di alcova. Ho detto a Goebbels: “Non abbiamo il diritto di servirci di questa roba”. La lettura di quelle lettere mi aveva reso Severing piuttosto simpatico ed è stata forse questa una delle pigioni per le quali, in seguito, non l’ho perseguitato.

Ho anche, negli archivi dello Stato, le fotografie di Mathilde von Kemnitz. Ne ho proibito la pubblicazione.

Non sono del parere che un uomo debba morir di fame perché è stato mio avversario. Se fosse un avversario ignobile, allora lo spedirei in campo di concentramento! Ma se non si tratta di un prevaricatore, lo lascio andare, e mi preoccupo perché egli abbia di che vivere. È stato così che ho aiutato Gustav e molti altri. Di ritorno dall’Italia, ho anche aumentato le loro pensioni, dicendomi: “Dio sia lodato, grazie a costoro noi siamo stati sbarazzati di quella marmaglia aristocratica che continua a infierire in Italia!” Salvo errore da pane mia, la loro pensione è attualmente di ottocento marchi.

Cià che tuttavia non ho potuto ammettere è che facessero una dichiarazione in mio favore, al che Severing, per esempio, si è detto più che disposto. Avrei avuto l’aria di averli comprati. Di uno di loro, so che pensando a noi ha detto: “Nel cammino del socialismo, i risultati superano tutto ciò che avevamo sognato”.

Lo stesso Thaelmann è trattato molto bene in campo di concentramento. Vi dispone di una casetta tutta per lui. Torgler è stato liberato. Lavora in pace a un’opera sul socialismo nel secolo XIX. Sono convinto che ha fatto bruciare il Reichstag, ma non posso provarlo. Personalmente, non ho niente da rimproverargli. D’altronde, si è completamente calmato. Peccato che io non abbia incontrato quest’uomo dieci anni prima! È, per natura, un uomo intelligente.

Ecco perché è insensato, da parte della Spagna, perseguitare degli autentici Falangisti.

Grazie a Dio, ho sempre evitato di perseguitare i miei nemici."

Adolf Hitler,notte dal 28 al 29 dicembre 1941


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